stagione 1979/80
Aggeo Savioli - L’UNITÀ - 17 ottobre 1979
Si tratta di una macchina per attori, creata sulla misura dei De Filippo e del loro “teatro umoristico” prebellico; ma che, ripresa ora dai fratelli Aldo e Carlo Giuffré, in apertura della stagione al Teatro Delle Arti, si dimostra abbastanza resistente, svelta e funzionale. Aldo Giuffré disegna un Vincenzino spassoso, pungente; tanto più apprezzabile in quanto l’interprete è afflitto da un momentaneo abbassamento di voce, e deve fare maggiore appello alle risorse gestuali e mimiche. Il lavoro di Carlo, nei panni di Parascandolo, è un omaggio esplicito, dal trucco all’intonazione, alle pause, agli ammiccamenti, rivolto verso il grande Eduardo. Non male la compagnia nel suo insieme. Caldo successo e annuncio di lunghe repliche.
stagione 1986/87
Enzo Siciliano - CORRIERE DELLA SERA - 20 dicembre 1986
C’è in “A che servono questi quattrini?” di Armando Curcio un certo odor di Novecento. Opera ormai classica del teatro napoletano, questa commedia è sottilmente intrisa dello spirito dialettico che caratterizzò i testi italiani scritti dopo la grande avventura pirandelliana. “A che servono questi quattrini?” andò in scena al Quirino di Roma fra il maggio e il giugno 1940, le prime settimane di guerra, protagonisti Eduardo e Peppino De Filippo: un successo travolgente. Fuori del teatro, le luci inazzurrate per l’oscuramento; dentro il teatro, il pubblico impazziva dalle risate. Sere fa, sempre al Quirino, i fratelli Giuffré hanno rinnovato il successo. La gente ride, e ride molto. I due Giuffré, come immaginate, sono supremi.
Fondazione
Aldo Giuffré 2013
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