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In viaggio con Amore
Presentazione di Dacia Maraini
Prefazione di Domenico Rea
EditricErmes - Potenza
2003
In Viaggio con Amore
A mia figlia Jessica.
Grazie per avermi fatto capire che ero sulla strada giusta
quando ti parlavo, e quando ti sollecitavo a parlarmi.
Aldo Giuffrè, con la sua pudica grazia di grande attore comico, sfidando la storia letteraria ci affida oggi, con fare morbido e suadente, questa storia sentimentale dai toni pacati e lirici (...).
Aldo Giuffrè sembra voler rivoltare la tradizione proponendoci un’idea di uomo riflessivo, candido, gentile, attento alle novità del costume anche se fondamentalmente prudente e savio (...).
Sono i sentimenti quelli che contano in questo romanzo. Sentimenti stilizzati, leggeri e delicati, di quella stilizzazione quasi floreale propria di una tradizione di casa nostra (...).
Sabrina e Gianluca sono infatti due giovani savi e gentili, che il male lo annusano ma sanno tenersene lontani. Si amano come dovrebbero amarsi gli esseri umani: con tenerezza e rispetto.
Si raccontano delle favole (bellissime a questo proposito le due storie nelle storie, alla maniera del Don Chisciotte: la storia della bisnonna Carlotta e del suo amore per Alfonso e quella di Beniamino, l’amico dei servi), si perdono e si ritrovano.
Sabrina e Gianluca “hanno il cuore pieno di malinconia, perché hanno conosciuto il bello e imparato a riconoscere il brutto”. Questa la morale sorridente del libro a cui auguriamo un felice viaggio nel mondo dei lettori.
Dacia Maraini
Amici come prima
Alfredo Guida Editore - Napoli
2003
La storia di un'amicizia, quella fra Giovanni e Giannino, che dura I’intero arco di una vita ed esce indenne dagli scontri con il dolore. Due amici che provengono dall’inferno di un brefotrofio figli di nessuno, cui capita l’insperata fortuna di capire, con istinto feroce, che quel “nessuno” può essere cancellato solo da loro due saldamente uniti, sfidando tutto, a costo di tutto. lncontri e scontri, violenze e paure, il dolore, fisso, di non potersi mai rassegnare all'impossibilità di voltarsi indietro per non incontrare il Vuoto, il Nulla, questi gli elementi sanguigni che consentono di affermare che Giovanni e Giannino, all'ultima pagina, sono “Amici come prima".
Aldo Giuffrè è nato a Napoli ma è di razza calabrese per parte paterna. La madre, napoletana con qualche “imparentamento” pugliese. lncontra presto la cultura meridionale e ne è presto sedotto E diventa meridionale. Si sente, però, un uomo libero di innamorarsi anche di altre affascinanti conoscenze culturali che lo portano a concedersi spesso delle belle “fughe d’amore”.
Poi torna sempre dall'amante “fissa”. Ha ambientato questo romanzo a Napoli, pur senza nominarla perché il tema è universale, ma quella è la realtà che lui conosce e ne soffre lo sgusciante percorso, la storica precarietà. Come conosce i serragliuoli, i trovatelli “figli dell’Annunziata”. Come conosce, perché li ha patiti tutti, i centouno bombardamenti anglo-americani che distrussero la città. Come conosce quel dopoguerra e le lacerazioni che provocò, alcune delle quali stentano, ancora oggi, a ricucirsi. E infine perché sa, o teme di sapere, che in quella città la vita è difficile, i rapporti sono difficili. Perché l’amicizia è difficile. Esistono legami forti, taluni morbosi e innaturali. Ma l’amicizia non esiste. Oppure, è difficile snidarla.
I Coviello
protagonisti in provincia
Alfredo Guida Editore - Napoli
2007
Imprevedibile amico, ci sarà pure una ragione se, ricevuta copia del tuo romanzo, io mi sia messo a leggerlo e non ho interrotto la lettura sino alla fine.
Una scrittura viva ed efficace, soffusa d’ironia, piana e nient’affatto preziosa come la tua recitazione pacata e confidenziale, priva di quelle sovrastrutture e di quei “rimandi” intellettualistici che piacciono tanto ad alcuni nostri colleghi posoni.
E poi i personaggi sbozzati con efficacia e coerenza che a me che ho vissuto quel tempo e praticato quegli ambienti par d’aver conosciuto.
E sottointeso – presente sempre – il tuo amore per il teatro, non certo nell’infimo aspetto dei guitti Coviello, ma il Teatro scelta di vita, libertà e liberazione, la più alta ed esaltante forma di socialità umana.
Non riporre la penna, caro Aldo. E tanti complimenti ed auguri.
Mario Scaccia
La meravigliosa storia di Antonio Maraviglia
Alfredo Guida Editore - Napoli
2009
L’autore confessa mettendosi a nudo, di aver scritto questo romanzo spinto da una morbosa curiosità che lo tormenta da sempre. La curiosità che spinge i fanciulli a rompere il giocattolo per vedere che cosa c’è dentro.
Giuffrè vuol vedere cosa c’è dentro la vita, scomporla. Sezionarla, esaltarla, umiliarla, colpirla a costo di spegnerla.
Infilarsi in ogni sentimento, in ogni meato per vedere come ne sarebbe uscito lui dopo questa folle circumnavigazione: se deluso o pentito o dolente o disgustato o arricchito o impoverito.
Col cuore che ogni tanto perde un colpo, egli confessa di esserne uscito ferito. Dopo che ha scritto gli traballa la coscienza. La coscienza, così sossopra, ha scoperto che nessuno di noi riesce a governare la propria vita, a trovare un equilibrio quale che sia. Qui, in un pericoloso arruffio di sensazioni, il Destino gli propone varie possibilità di recupero, ma Antonio non riesce ad individuare nessuna che sia saggia. Elena è la sua lunga ombra del Sospetto, Elena è la bilancia delle paure di Antonio. Antonio è vigliaccamente incapace di giudicarsi, di darsi un voto. Antonio non sa di essere bello quando è bello, non sa di essere brutto quando è brutto. Questo è il tossico che se lo mangia lentamente fino a distruggerlo. Situiamoci davanti a quello strumento impietoso che è lo specchio. Eccolo Antonio Maraviglia: sono io, quelle sono le mie sembianze, quella è la mia innocenza che presto o tardi mi perderà
Fondazione
Aldo Giuffré 2013
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