Claudio Capitini - 25 marzo 1984

Aldo (nel ruolo che fu di Peppino), con il suo gusto per l’improvvisazione e l’atellana, con la sua mimica potente, ha seguito il tracciato grottesco dell’infantilismo patetico e cialtronesco. Il suo Erricuccio, l’orfano un po’ scemo adottato da don Giovanni, è un attonito “malatiello” infagottato, una sorta di “mostro” domestico dei vicoli, uno smorto Pulcinella monellesco e pernacchioso la cui idiota furbizia suscita in noi un’intricata lotta di avversione e affetto. È in lui la chiave dello spettacolo, nel suo dolore sommesso.

 

Umberto Serra – 1984

In certi casi, come nel personaggio del “Malatiello”, i Giuffré sono andati addirittura oltre le possibilità offerte dal testo: e Aldo, che lo interpreta, ne fa un ruolo stupendo, un bambino troppo cresciuto, chiuso in una sua follia che è insieme pateticamente comica e dolorosamente poetica. Aldo è magnifico, ed il suo è certamente il personaggio meno legato alle convenzioni del genere, creato con un’evidente distanziazione critica: un “fool” magico e smarrito, efficacissimo.

Aggeo Savioli - L’UNITÀ 1984

Aldo, tenendo conto della propria età e corporatura, fa di Erricuccio, più che uno “scemulillo”, una sorta di “mostro” domestico, divertente sempre, e spesso commovente: come quando, spargendosi sul capo i piccoli frammenti di un foglio di carta bianca, finge a se stesso di trovarsi, derelitto e infreddolito più che mai, sotto la neve, all’aperto, dove peraltro il gelo non può esser maggiore che in quel desolato abituro.

Domenico Rigotti - AVVENIRE - 5 ottobre 1984

Aldo, nei panni lerci e stracciati di Erricuccio “il malatiello”, attraverso il gusto dell’improvvisazione e ricordandosi dell’antica “atellana” mai cancellata dal sangue napoletano, approda a una delle sue più significative interpretazioni. Deformato il volto ad un ghigno, il corpo come serrato in un fagotto, fa del suo personaggio, mettendoci imbecillità e lampi di astuzia, una sorta di mostro casalingo uscito da una pagina di romanzo russo ottocentesco. Bravissimo. Grande il successo, al San Babila.

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Aldo Giuffré 2013

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